In questa sezione troverete alcune particolarità che il nostro dialetto presenta, di cui alcune informazioni presenti nei post precedenti. Prima di cominciare provo a spiegarvi alcuni concetti base di grammatica. Dovete focalizzare l’attenzione su due termini: ENCLISI, PROCLISI e METATESI.
L’enclisi è un fenomeno per cui una parola, un monosillabo, privo di accento proprio, si appoggia a quella precedente in modo da formare con essa un’unità fonetica e spesso anche grafica (In italiano, per es. scrivilo, parlami, salvalo).
Proclisi, invece, è il fenomeno contrario cioè la parola atona, priva di accento si appoggia alla parola seguente (In italiano: tu vai, pron. tuvvài; sopra tutto, pron. soprattutto).
La metatesi (non è un tumore, tranquilli!) è una figura grammaticale che indica il cambiamento di posto di singole lettere o sillabe all'interno di una parola (In italiano coccodrillo è una metatesi del derivato latino crocodilus). Tali concetti si ripresenteranno più sotto.
Abbiamo già detto in precedenza che la negazione “non” ha una doppia versione: no’ e na’ e si usa indifferentemente, sia per il maschile che per il femminile, soprattutto per evitare un cattivo suono della pronuncia. Si usa invece “non” se precede una parola che comincia per vocale.
Esempio: non è buono = no’ (na’) mmòle; non avevo nulla = non avéje nìnte.
La preposizione semplice “in” si fonde spesso con la parola che segue (PROCLISI)
Esempio: in principio = mprencépie; in testa = ncàpe; in petto = mpìtte; in mezzo = mminze.
Stessa sorte subisce l’articolo “le=il” quando incontra la parola che cominciaper “l”. Esso si fonderà con la parola seguente (PROCLISI) e si leggerà:
Esempio: il labbro = lluàbbre; il lupo = lluéipe o llòipe; il libro = lluébbre; il lutto = llótte.
Ci sono poi altre forme di proclisi con valore rafforzativo.
Esempio: testa di maglio = cape d’ammàgghie; rubare = arrebbò; mi sembra difficile = affòrte me pàre. Riguardo le forme di ENCLISI ecco alcuni esempi:
no = nóne; sì = séine; zio = ziàne; mia sorella = sòreme; mio fratello = fràteme.
Per la METATESI ecco alcuni esempi:
trascinare = trascenà trascina = tranésce
tosare = caserò tosatura = caréuse.
Altra particolarità del nostro dialetto è che molte parole, verbo compreso, subiscono una sincope, cioè si perde un suono all’interno di esse.
Esempio: amico = améicue; amico mio = amécue méje
Abbiamo = avéime; abbiamo studiato = ame stediòte
Siamo = séime; siamo amici = séme améice
Prima = préime; prima di te = préme de tè.
Esempio: non è buono = no’ (na’) mmòle; non avevo nulla = non avéje nìnte.
La preposizione semplice “in” si fonde spesso con la parola che segue (PROCLISI)
Esempio: in principio = mprencépie; in testa = ncàpe; in petto = mpìtte; in mezzo = mminze.
Stessa sorte subisce l’articolo “le=il” quando incontra la parola che cominciaper “l”. Esso si fonderà con la parola seguente (PROCLISI) e si leggerà:
Esempio: il labbro = lluàbbre; il lupo = lluéipe o llòipe; il libro = lluébbre; il lutto = llótte.
Ci sono poi altre forme di proclisi con valore rafforzativo.
Esempio: testa di maglio = cape d’ammàgghie; rubare = arrebbò; mi sembra difficile = affòrte me pàre. Riguardo le forme di ENCLISI ecco alcuni esempi:
no = nóne; sì = séine; zio = ziàne; mia sorella = sòreme; mio fratello = fràteme.
Per la METATESI ecco alcuni esempi:
trascinare = trascenà trascina = tranésce
tosare = caserò tosatura = caréuse.
Altra particolarità del nostro dialetto è che molte parole, verbo compreso, subiscono una sincope, cioè si perde un suono all’interno di esse.
Esempio: amico = améicue; amico mio = amécue méje
Abbiamo = avéime; abbiamo studiato = ame stediòte
Siamo = séime; siamo amici = séme améice
Prima = préime; prima di te = préme de tè.

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