L’aggettivo qualificativoL’aggettivo qualificativo, se precede un nome maschile, si carica dell’alterazione della radice e restituisce al nome la forma primitiva.
Esempio: un cane=ne cuône; un bel cane=ne buèlle càne: un cane bello=ne cuòne bèlle.
L’aggettivo possessivo
Gli aggettivi possessivi sono: méje, téue, séue, nùste, vùste, lóre, pròpie.
L’aggettivo possessivo nel dialetto stiglianese, ad eccezione dell’aggettivo “pròpie”, segue quasi sempre il nome. Nel caso si dovesse trovare a precederlo, seguirebbe allora la stessa regola dell’aggettivo qualificativo, cioè fa propria l’alterazione della radice restituendo al nome la forma primitiva.
Esempio:
il cane mio= le cuòne méje; il mio cane=le muéje càne; il cane proprio=le pròpie càne; il cane proprio=le cuòne pròpie.
L’aggettivo dimostrativo
Gli aggettivi dimostrativi: “cóste, cósse, códde” seguono la regola dell’articolo, cioè mutano, al maschile singolare, la radice della parola che accompagnano, mentre gli aggettivi “stèsse, mèdèseme e tale” seguono la regola dell’aggettivo qualificativo, cioè, se precede il nome maschile, si carica dell’alterazione della radice e restituisce al nome la forma primitiva.
Esempio:
questo mare è pulito= cóste mòre jé peluéite; io vado allo stesso mare=jé vuò a le stuèsse màre;
questo pane è fresco= cóste pòne jè fréscke; è lo stesso pane di ieri=jé le stuèsse pàne d’ajìre.
L’aggettivo indefinito
Gli aggettivi indefiniti: “ògne, nescéune, qualónque” seguono la regola dell’aggettivo qualificativo a metà, cioè lasciano inalterata la forma primitiva del nome senza caricarsi però dell’alterazione, mentre l’aggettivo “anchéune(ancóne)=qualche” segue la regola dell’articolo (mutano, al maschile singolare, la radice della parola che accompagnano).
Esempio: ogni palazzo ha il portone=ògne palazze téne le pertóne
qualche palazzo è antico=ancóne pôlazze jé antéiche.

