Cominciamo col dire che in quasi tutte le parole deve essere presente la "e", specie alla fine, che nel suono non pronunciamo. E' una "e" muta o stretta come il suono francese “eu” che nella pronuncia non figura. Quando pronunciamo in dialetto la parola italiana “cane” diciamo “can” soffermandoci sulla “n”. Dobbiamo, invece, scrivere “càne” ricordandoci che la “e” finale è sempre muta. Se trovo scritto “can” sono portato a leggere come se fosse can-can. Invece, scrivendo “cane”, sapendo che la “e” finale è muta la pronuncerò nella mente appoggiando il suono sulla “n”. Tutte le altre “e” all'interno delle parole sono mute, tranne quelle che nella pronuncia risultano aperte (è) o chiuse (é). Queste, nello scriverle, vanno accentate. Facciamo alcuni esempi. Nella parola "fèmene" (donna) la prima "e" ha un suono aperto che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento grave “è”, a differenza delle altre due che sono mute e vanno scritte senza accento.Nella parola "maréite" (marito) la prima "e" ha un suono chiuso che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento acuto “é”, a differenza dell'ultima che è muta e va scritta senza accento."Jé só ne stegghionéise e me ne vànte, pecchè le stegghianéise só bóna gènte e se fànne vuolé béne da tùtte quànte!"
giovedì 25 novembre 2010
Mini Grammatica Dialetto Stiglianese - Lezione n° 1 - Le vocali e gli accenti
Cominciamo col dire che in quasi tutte le parole deve essere presente la "e", specie alla fine, che nel suono non pronunciamo. E' una "e" muta o stretta come il suono francese “eu” che nella pronuncia non figura. Quando pronunciamo in dialetto la parola italiana “cane” diciamo “can” soffermandoci sulla “n”. Dobbiamo, invece, scrivere “càne” ricordandoci che la “e” finale è sempre muta. Se trovo scritto “can” sono portato a leggere come se fosse can-can. Invece, scrivendo “cane”, sapendo che la “e” finale è muta la pronuncerò nella mente appoggiando il suono sulla “n”. Tutte le altre “e” all'interno delle parole sono mute, tranne quelle che nella pronuncia risultano aperte (è) o chiuse (é). Queste, nello scriverle, vanno accentate. Facciamo alcuni esempi. Nella parola "fèmene" (donna) la prima "e" ha un suono aperto che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento grave “è”, a differenza delle altre due che sono mute e vanno scritte senza accento.Nella parola "maréite" (marito) la prima "e" ha un suono chiuso che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento acuto “é”, a differenza dell'ultima che è muta e va scritta senza accento.
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