giovedì 25 novembre 2010

Mini Grammatica Dialetto Stiglianese - Lezione n° 1 - Le vocali e gli accenti

Cominciamo col dire che in quasi tutte le parole deve essere presente la "e", specie alla fine, che nel suono non pronunciamo. E' una "e" muta o stretta come il suono francese “eu” che nella pronuncia non figura. Quando pronunciamo in dialetto la parola italiana “cane” diciamo “can” soffermandoci sulla “n”. Dobbiamo, invece, scrivere “càne” ricordandoci che la “e” finale è sempre muta. Se trovo scritto “can” sono portato a leggere come se fosse can-can. Invece, scrivendo “cane”, sapendo che la “e” finale è muta la pronuncerò nella mente appoggiando il suono sulla “n”. Tutte le altre “e” all'interno delle parole sono mute, tranne quelle che nella pronuncia risultano aperte (è) o chiuse (é). Queste, nello scriverle, vanno accentate. Facciamo alcuni esempi. Nella parola "fèmene" (donna) la prima "e" ha un suono aperto che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento grave “è”, a differenza delle altre due che sono mute e vanno scritte senza accento.Nella parola "maréite" (marito) la prima "e" ha un suono chiuso che si sente, quindi scrivendola va accentata con accento acuto “é”, a differenza dell'ultima che è muta e va scritta senza accento.
Il discorso dell'accento grave o acuto vale anche per la vocale "o". Esempi con l’accento acuto sulla “o” : pózze (pozzo), pó (poi), (sono), códde (quello), chió (più), cóme (come). Esempi con l’accento grave sulla “o”: dòppe (dopo), mòsche (mosca/mosche), trònete (tuono/tuoni), ògne (ogni), addò (dove), cepòdde (cipolla/cipolle).
Le vocali "a", "i", "u" vanno accentate quando il loro suono è più accentuato. Esempi: le càne (i cani), la càrne (la carne), la màne (la mano), la fàcce (il viso); le vuìrne (l'inverno), le pìde (i piedi), le tuìmpe (il tempo), mmìnze (in mezzo); cùtte (cotto), l'ùcchie (occhio/occhi), grùsse (grosso), l'ùsse (l'osso).
 Come abbiamo già accennato la scorsa volta, di tanto in tanto, verranno pubblicati sulla pagina dei link con alcune regole grammaticali. Ognuno di questi link, lo troverete nella sezione "Blog" sulla pagina "STIGLIANO e il dialetto".

giovedì 18 novembre 2010

Mini Grammatica Dialetto Stiglianese - Introduzione

A cura di MIMMO RIZZO
 
Allora, amici, cerchiamo di fare ordine nel caos del nostro dialetto. Partiamo dal presupposto che anche il caos è regolato da leggi. Sfatiamo innanzitutto il mito che un suono, una parola parlata si trascriva così come la si pronuncia. Se così fosse ci ritroveremmo a dover decifrare un insieme di lettere impronunciabili, come il suono gracchiante di una radio rotta. Non preoccupatevi. Non dovete tornare sui banchi di scuola. Dobbiamo solo seguire alcune semplici regole che, se applicate da tutti, ci permetteranno di comprenderci tra di noi su questa utilissima pagina di Facebook e saremo certi di non esserci perso niente. Tali regole sono state tratte dall'unica opera che si è occupata di raccogliere in un vocabolario una gran parte delle parole che compongono il nostro dialetto. Si tratta di La lingua dei nostri padri-Dizionario dialettale stiglianese dell' Ins. Michele Mastronardi. A noi interessano solo quelle utili a saper scrivere in modo comprensibile in stiglianese, anche se leggere tutta l'opera,vi posso assicurare,arricchisce molto. A questo proposito,di tanto in tanto,verranno pubblicati sulla pagina dei link con alcune regole grammaticali. Ognuno di questi link, lo troverete nella sezione "Blog" sulla pagina "STIGLIANO e il dialetto".
Ne soléute a tùtte quànte!Stàteve bùne!;-)

Quale di questi argomenti vorreste che sia meglio approfondito?